DOUGLAS COSTA: IL DRIBBLATORE

Un brasiliano ceduto a palate di milioni ormai è una regola. Un brasiliano con la faccia triste è invece l’eccezione. Lui è tutti e due. Acquistato nell’ultima sessione di mercato alla cifra di 35 milioni euro tra lo scetticismo generale, ha saputo da buon brasiliano, dribblare le numerose critiche stupendo tutti. Stiamo parlando di Douglas Costa

Douglas Costa nasce il 14 settembre del 1990 a Sapucaia do Sul, nel sud del Brasile. Muove i primi passi nelle giovanili del Novo Hamburgo, per passare poi al Gremio nel 2002. All’esordio con il Gremio segna subito dopo 20 minuti, gol che ha raccontato così: “Il nostro allenatore, Celso Roth, mi ha chiesto di controllare la palla a centrocampo e poi muovermi a destra e a sinistra lasciandomi guidare dall’istinto. Sul tiro sono stato fortunato perché la palla è passata sotto le gambe di un difensore del Botafogo”. In estate parte per i Mondiali Under-20 (da sempre vetrina importante per i nuovi talenti brasiliani) che il Brasile perderà solo in finale, ai rigori contro il Ghana dei fratelli Ayew. Dal 2004 sulla panchina dello Shakhtar Donetsk siede Mircea Lucescu, a cui Akhmetov, il proprietario del club, concede totale carta bianca nelle decisioni sportive. Lucescu quindi crea una fitta rete di osservatori e intermediari in Brasile. Douglas Costa, che nel frattempo si era guadagnato l’etichetta di “nuovo Ronaldinho”, era stato seguito anche da Ferguson, insieme a James Rodríguez, entrambi però giudicati fisicamente inadatti alla Premier, lasciando via libera agli ucraini che riescono a prenderlo per 6 milioni di euro nel 2010 attraverso una trattativa complicata. Sicuramente, il gran numero di brasiliani in rosa, e la possibilità di giocare in una vetrina internazionale come la Champions League ha convinto il giovane Douglas Costa ad accettare il trasferimento in Ucraina: “Ho telefonato in Ucraina e ho parlato con Willian e Luiz Adriano, entrambi di Porto Alegre come me. Mi hanno detto di andare perché lo Shakhtar era uno dei più forti club in Europa”.

La Selecao non lo chiama né per il Mondiale del 2010 né per le successive competizioni, nonostante la concorrenza in attacco non fosse delle più agguerrite. Nella Premier League ucraina gioca bene, ma senza brillare particolarmente, di certo il campionato ucraino non dà la giusta motivazione ad un giocatore che vuole aizzare le folle con le sue giocate spettacolari. Motivazioni che arrivano però da una vetrina come la Champions League: alla prima stagione, lo Shakhtar raggiunge contro ogni pronostico i quarti di finale, venendo eliminato dal Barcellona, con il brasiliano che gioca una competizione di altissimo livello, arricchita da due gol e tre assist nelle otto partite giocate, un bottino non da poco. Già dopo la prima stagione in Ucraina il nome di Douglas Costa inizia a rimbalzare sui siti di calciomercato, accostato a una squadra italiana dopo l’altra: inizialmente doveva essere del Milan, poi della Juventus e infine della Roma o dell’Inter. Stando alle parole di Lucescu, giallorossi e nerazzurri avrebbero cercato di prendere il brasiliano anche nello scorso mercato invernale, quando sembrava però vicinissimo ai Blues di Josè Mourinho. Infatti poco dopo, Douglas Costa arrivò a esporsi palesemente, individuando in José Mourinho il tecnico ideale per la sua crescita professionale. Alla fine, però, lo Shakhtar riesce a mantenere il polso della situazione, rifiutando l’offerta di 20 milioni del Chelsea, che avrebbe voluto far leva sulla volontà del calciatore. Lo Shakhtar ha voluto lanciare un segnale preciso: per prendere il brasiliano ci vuole una cifra sui 30 milioni, e con 30 milioni il Bayern Monaco si è presentato alla porta della società ucraina.

Un profilo come quello di Douglas Costa rappresenta la prima esigenza di mercato dei bavaresi, visti i continui infortuni di Ribery e Robben: anche se sostituire una delle coppie di esterni più formidabili del calcio europeo sarebbe proibitivo per chiunque, ed infatti lo scetticismo dei sostenitori della squadra bavarese non si farà attendere. Oggetto principale delle critiche è sicuramente la cifra spesa per il suo cartellino: con un Robben che ha segnato, solo negli ultimi due campionati, un gol in meno di quelli che Douglas Costa ha realizzato nelle sue 6 stagioni allo Shaktar Donetsk (29). Diventa legittimo chiedersi se il brasiliano fortemente voluto da Guardiola, rappresenti davvero una scelta all’ altezza di un palcoscenico prestigioso il Bayern Monaco. La risposta sul campo di Douglas Costa non tarda ad arrivare. Il gioco di Guardiola vuole proporre grande qualità nel palleggio, controllo della partita, movimenti armonici studiati nel dettaglio per andare al momento giusto in verticale, ma con in più almeno un giocatore capace di infondere una scarica di adrenalina calcistica alla squadra. Se per gli scorsi anni c’erano Ribery e Robben, da quest’anno si aggiunge Douglas Costa, che a soli due mesi dal suo acquisto ha già dimostrato di essere un affare lungimirante, ad un prezzo relativamente esiguo a confronto dei prezzi del mercato odierno…


Con 7 assist e 1 goal in 10 partite di Bundesliga, Guardiola a renderlo titolare inamovibile ci ha messo davvero poco: perché semplicemente va il doppio degli altri, quando ti punta (e lo fa tutte le volte in cui riceve il pallone) sprigiona sul campo una frequenza di passo a cui nessuno è abituato, quando riceve palla quasi a ridosso della linea del fallo laterale sa fare la differenza, e poi con uno strapotere atletico e tecnico del genere, fascia sinistra o fascia destra cambia poco, Douglas Costa ti salta dove e come vuole! Aggiungiamo un’ottima visione di gioco, abbinata ad un sinistro fantascientifico per dire che Douglas Costa è un talento completo, naturalmente predisposto ad un calcio di squadra e con dei mezzi tecnici che lo rendono un giocatore potenzialmente devastante a livello offensivo.

di Patrik Nieddu

ECCO QUI IL REPERTORIO DI DOUGLAS COSTA


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Commenti: 1
  • #1

    Marinoma (venerdì, 28 luglio 2017 16:01)

    Qualcuno di questi ci vorrebbe per il Milan. Ho paura che anche quest’anno non combineremo niente.