PAUL LABILE POGBA: POGBOOM!

Eleganza, tecnica, raffinatezza, potenza e personalità: a soli 22 anni ha tutto per scrivere il proprio nome nella storia del calcio, insomma è uno di quelli che ha l’etichetta del predestinato incollata addosso fin da quando ha iniziato a tirare i primi calci ad un pallone. Paragonato dal suo agente Mino Raiola a un quadro di Monet o a un opera d'arte di Salvador Dalì, Paul Pogba, nonostante abbia poco più di vent’anni, vale ormai già molto di più…

Paul Pogba nasce nella Seine-et-Marne, dipartimento orientale di Parigi, da genitori guineani. E' una favola molto moderna, e tipica di certe storie della banlieu: il piccolo Paul comincia a giocare a calcio a sei anni, proprio quando i suoi genitori decidono di separarsi, e brilla nelle sue prime piccole squadre: l'US Roissy-en-Brie prima e l'US Torcy poi, fino alla ribalta nella squadra under 17 del Le Havre, protagonista di una grande stagione culminata nell’approdo alla fase finale del campionato nazionale di categoria, e contemporaneamente trascina la Francia U16 alla vittoria dei prestigiosi tornei internazionali giovanili come il Val De Marne e Aegean Cup, indossando la fascia di capitano. Ormai il ragazzo è uscito fuori dal tunnel dell'anonimato: su di lui sono puntati gli occhi di mezza Europa. Il responsabile dello scouting nerazzurro, Pierluigi Casiraghi dirà: "Paul ero alto e magro, ma si vedeva che sarebbe diventato forte: lo vidi con la Francia U16, era il migliore di quel gruppo”. Nel 2009 il ragazzo, di comune accordo con la sua famiglia, decide di lasciare il club francese e di volare oltre la Manica per tentare l’avventura al Manchester United, cercando fortuna all’estero senza il consenso del proprio club formatore. Ma il Le Havre non ci sta e si rivolge alla FIFA, sostenendo di avere con Pogba un accordo precedente, e mettendo in evidenza i presunti metodi poco ortodossi di cui i Red Devils si sarebbero serviti per ottenere il consenso dei genitori, offrendo loro una casa ed un assegno da 90.000 sterline. Nella vicenda s’intromette anche l’US Torcy, pubblicando sul proprio sito un comunicato in cui denuncia che, fatte le debite proporzioni, lo stesso Le Havre aveva a suo tempo fatto ricorso a metodi analoghi per convincere il ragazzo a lasciare la periferia parigina per l’Alta Normandia. A differenza di altri casi analoghi sul trasferimento di minorenni, stavolta il contenzioso ha però un esito differente: la FIFA assolve il Manchester United, non avendo riscontrato prove di un vincolo contrattuale preesistente, né altre irregolarità, mentre il Le Havre decide di non ricorrere in appello, e preferisce invece trovare un accordo amichevole con gli inglesi. Alla fine, Paul raggiunge ufficialmente i Red Devils il 6 ottobre del 2009.

Fin dal debutto avvenuto contro il Crewe Alexandra, nell’ottobre del 2009, il suo percorso nell’Academy dei Red Devils è stato scintillante e in rapida ascesa, condito da continui elogi, gol spettacolari che hanno fatto il giro del web e trofei in bacheca, tra i quali la Premier Academy League 2009-10 e la FA Youth Cup 2010-11. Con la nazionale gioca un Europeo Under 17 da indiscusso protagonista, fino alla finale persa nel maggio 2010 di fronte all’Inghilterra, poi il passaggio all’U18 ed infine all’U19, nella quale ha esordito il 6 settembre 2011 con due assist nell’amichevole contro l’Italia. Seguono numerose apparizioni nella squadra riserve dei Red Devils, a cui si aggrega in pianta stabile nella stagione 2011-2012, e la prima convocazione di Ferguson in un match di FA Cup contro il Crawley Town, ma senza scendere in campo. Per il suo esordio in prima squadra dobbiamo aspettare il 20 settembre 2011, in cui subentra al posto di un certo Ryan Giggs nella ripresa, nella vittoria sul Leeds United in Carling Cup, con il numero 42 sulle spalle. A questa prima apparizione ne seguiranno altre due, sempre nella stessa competizione: contro l’Aldershot e contro il Crystal Palace, in una prima volta all’Old Trafford che purtroppo coincide con una clamorosa eliminazione per i Red Devils. Le qualità di Paul non scappano inosservate all’occhio di Sir Alex Ferguson, che dirà: “Dobbiamo dare a Pogba l’opportunità di mostrare quello che è capace di fare con la prima squadra, altrimenti cosa accadrebbe? Che alla scadenza del suo contratto andrebbe a cercare la stessa opportunità altrove”, parole che risulteranno profetiche, infatti Paul, a quanto pare insoddisfatto dello minutaggio concessogli fin qui, non accetta di prolungare il contratto che scadrà a Giugno, con molte squadre alla finestra pronte ad accaparrarsi il giovane talento francese, tra cui la Juventus

Il 3 agosto 2012 la Juventus ufficializza l'acquisto di Paul Pogba, per lui un contratto di quadriennale e la maglia numero sei. L’amministratore delegato bianconeri, Beppe Marotta, presenta così il giovane acquisto: "Abbiamo preso Pogba, e il ragazzo va subito in prima squadra, perché è già pronto per i massimi livelli". Qualcuno sorriderà sotto i baffi, altri guarderanno con un pizzico di diffidenza, credendo che il francesino non riuscirà ad esprimersi agli stessi livelli dei tornei giovanili. Ma la Juventus in realtà ha piazzato un colpo da novanta (e forse da 100 mln): ha infatti beffato il Manchester United, mettendo sotto contratto a parametro zero quello che diventerà in pochi anni uno dei più forti centrocampisti d'Europa, sicuramente il più grande colpo della premiata ditta Marotta-Paratici. I Red Devils saranno poi comunque "risarciti", per una questione di buoni rapporti, con un milione di euro.

A Torino Paul, s'inserisce in un centrocampo di assoluto spessore, anche a livello internazionale, quel reparto che rappresenta il motore del primo scudetto conquistato dalla Juventus di Antonio Conte. Davanti a sé Paul ha tre uomini di assoluto valore: Pirlo, Vidal e Marchisio. Antonio Conte capisce fin da subito di avere in rosa un potenziale incredibile, una “Pogboom” pronta ad esplodere. L'esordio in Serie A arriverà presto, il 22 settembre 2012, nell'impegno casalingo contro il Chievo. Ma il primo colpo da fenomeno arriva un mese più tardi, con il gol-capolavoro con il quale chiude definitivamente Juve-Napoli (2-0): un tiro potentissimo da fuori area sull’angolo in basso a destra, superando Reina, di certo non il primo arrivato. In tempi brevi, Pogba scala le gerarchie all'interno dello spogliatoio: domenica dopo domenica la stella di Marchisio comincia ad offuscarsi all'ombra dell'emergente Paul, Conte lo utilizza sempre più frequentemente. Ben presto arriva anche la prima doppietta con l'Udinese, con altri due gol-capolavoro. A fine stagione conquista da protagonista il suo primo scudetto e il secondo consecutivo dell’era Conte. Dopo una stagione così, non si può più parlare di semplice scommessa, Pogba è il presente ed il futuro, e senza mezzi termini: un Top-Player. In estate il francesino partecipa al mondiale U20: viene eletto miglior giocatore della competizione, e la sua Francia U20 si laurea campione battendo in finale ai rigori l'Uruguay. Finito? Macché… al primo appuntamento ufficiale della stagione 2013-2014, in Juve-Lazio per la Supercoppa italiana trascina i bianconeri al primo trofeo della stagione, facendosi eleggere come migliore in campo. Pogba è ormai uno degli intoccabili del gruppo bianconero: è nel cuore dei tifosi, e diventa elemento imprescindibile nello scacchiere tattico di mister Conte. Concluderà un'altra stagione da assoluto protagonista, e nella successiva non soffre il cambio di allenatore, anzi, Pogba diventa sempre più leader nella Juve, raggiungendo una finale di Champions, ed in nazionale, giocando un ottimo mondiale.

Passando ad un’analisi tecnico-tattica, il ruolo disegnato per lui da Antonio Conte è la mezzala. Paul è un ambidestro che possiede forza atletica, abilità nel pressing e personalità, che gli permettono di recuperare palloni e vincere la maggior parte dei contrasti. Dotato anche di una buona visione di gioco, è capace di organizzare la manovra offensiva e di accompagnarla, fornendo in maniera precisa l'ultimo passaggio ai finalizzatori dell'azione, oppure inserendosi lui stesso negli spazi. Ma le sue caratteristiche più appariscenti sono sicuramente il dribbling, l'eleganza nel tocco di palla e il tiro dalla distanza, potente quanto dotato di una precisione chirurgica. Insomma, come ribadito più volte, stiamo parlando di un vero top-player, uno di quelli che può cambiare le partite con un lampo di genio. Molti lo paragonano a Vieira o Yaya Tourè, ma forse la verità è che non si può paragonare un fuoriclasse assoluto come lui. Lui è semplicemente, Paul Labile Pogba…

di Patrik Nieddu

ECCO QUI il repertorio di PAUL POGBA


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