ALVARO MORATA: TALENTO E POTENZA

Santiago Bernabeu, 57esimo minuto di gioco. Arturo Vidal conquista un prezioso calcio di punizione, quasi un corner, va a calciare Andrea Pirlo. Cross in mezzo, esce Casillas, Vidal la rimette in area dove c’è Pogba che in versione pivot fa sponda di testa per un suo compagno che porta il “nueve” sulle spalle. Il “nueve” stoppa, calcia con il sinistro e la mette in rete. Non è un goal come gli altri, è uno di quelli pesanti, uno di quelli che cambia un intera stagione, uno di quei goal per dimostrare il proprio valore su chi forse non ci ha creduto abbastanza, o forse non ne ha avuto la pazienza…stiamo parlando di Alvaro Morata.

Alvaro nasce a Madrid il 23 ottobre del 1992, e fin da piccolo è tifoso sfegatato delle Merengues. Il suo giocatore preferito, manco a dirlo, è Raul Gonzalez Blanco. Il nonno, però, tifosissimo dei Colchoneros, l’altra squadra di Madrid, a frequentare un provino collettivo indetto proprio dall’ Atletico Madrid. Alvaro viene accettato. A soli 12 anni passa dunque all’Atletico Madrid: Il fisico dello giovane spagnolo non è ancora quello che vediamo oggi, ma il talento si vede fin da subito. Alvaro gioca per due anni nelle giovanili dell’Atletico Madrid, che non vengono prese in grande considerazione dal club. In ogni caso, Morata segna ed è protagonista di grandi prestazioni che lo portano nel 2007 al Getafe. Morata matura, la tecnica si perfeziona e la struttura fisica si va a consolidare, e l’anno successivo salta all’occhio dei radar del Real Madrid, che vuole immediatamente nelle proprie giovanili. 

Lo spagnolo non ci pensa nemmeno un secondo, ci va di corsa, e al Castilla (il Real Madrid B) fa faville. I numeri non mentono, sin dalla prima stagione dimostrano che Morata la punta la sa fare, e anche bene: 15 gol in 28 presenze al primo anno, 18 in 37 partite al secondo, e 12 in 18 presenze al terzo. L’esordio col Real Madrid in campionato arriva il 12 dicembre 2010, subentrando a Di Maria contro il Real Zaragoza. Già però tutti gli addetti ai lavori hanno capito che tipo di giocatore è Alvaro: un attaccante moderno, capace di far salire bene la squadra, ma anche di colpire letalmente da dentro l’area di rigore, insomma non gli manca di certo il fiuto del goal, anzi. Alla prima stagione con la camiseta blanca arriva anche l’esordio in Copa del Rey, ma le presenze a fine stagione saranno solo due. Durante la sua terza stagione coni Blancos, fa la sua prima apparizione in Champions League, nel match contro l’Ajax del dicembre 2012, ed anche il primo gol con la camiseta blanca: segna il 2-1 al Levante, rete che sarà anche il gol che deciderà la partita. L’allenatore del Real, un certo Josè Mourinho però non lo ritiene ancora pronto: crede che Morata debba ancora maturare con il Castilla. C’è bisogno dell’arrivo in panchina di Carlo Ancelotti per vedere il giovane spagnolo più spesso in campo. Nell’anno della Decima Champions, Morata segna 8 reti in 23 partite di campionato, più una in Champions League, numeri che gli valgono l’interesse di molti club europei, tra cui la Juventus

Infatti, la stagione seguente i bianconeri si assicurano le prestazioni di Morata per 20 milioni con una clausola di recompra: con cui potranno riprendersi Morata entro 2 stagioni pagando il cartellino non più di 30 milioni. Il prezzo dell’operazione è ritenuta alta da una parte dei tifosi, che si aspettavano un nome più altisonante, ma presto si ricrederanno. Morata inizia la stagione nel peggiore dei modi, rimediando una distorsione di secondo grado al ginocchio, dovendo stare a riposo per ben 50 giorni. L’esordio con i bianconeri sarà quindi posticipato il 13 settembre contro l’Udinese, mentre la prima rete arriva il 27 dello stesso mese, nel match vinto 3-0 contro l’Atalanta. Nella prima parte di stagione parte spesso in panchina, ma ben presto l’ex Real riesce a convincere Allegri, che di giovani ne capisce, scalzando il connazionale Llorente dal ruolo di titolare accanto a Tevez. Morata sarà partecipe di una straordinaria seconda parte di stagione, diventando uno dei protagonisti assoluti nella cavalcata della Juventus alla finale di Champions segnando tutti goal pesanti, tra cui il goal decisivo al Santiago Bernabeu contro la sua ex squadra, con cui garantisce il passaggio del turno ai bianconeri, e la finale di Berlino (dove segnerà la rete del momentaneo pareggio). A fine stagione i numeri sono da vero protagonista: 46 presenze e 15 goal, condite da grandi prestazioni in campo.

Analizzando le sue qualità tecnico-tattiche, Morata è un attaccante di movimento, gioca e si muove non solo verticalmente (avanti e indietro), ma anche orizzontalmente (si va a cercare gli spazi sulle fasce e partecipa alla manovra). È, in poche parole, quello che spesso chiamiamo l’attaccante moderno, un giocatore da reparto offensivo, il cui compito è fare gol, ma allo stesso tempo deve correre, recuperare palloni e creare gli spazi per far inserire i compagni. Ha un fisico agile ma possente, con oltre 80 chili di muscoli distribuiti su un metro e 87 di altezza, ma nonostante tutto ha piedi raffinati, un dribbling fulminante, ottime doti aeree e una potenza sopra alla media, senza dimenticare la sua grande velocità. Il marchio di fabbrica rimane comunque la qualità principale che deve avere ogni buon attaccante: il fiuto del goal. Morata infatti sa come muoversi in area, e sa fiutare quando un azione è pericolosa (andate un po’ a rivedervi i goal fatti in semifinale e finale di Champions), e siamo sicuri che anche nella prossima stagione si dimostrerà un punto di riferimento nel reparto offensivo juventino.

di Patrik Nieddu

ECCO QUI il repertorio di alvaro morata


Scrivi commento

Commenti: 0