MESSI E IL SAPORE DELLA SCONFITTA

Immaginate per un momento di essere il calciatore più forte, più atteso e più ammirato del pianeta. Come metabolizzereste una sconfitta se non ci siete abituati? La risposta non é semplice. Vanno fatti più ragionamenti. É il caso di Lionel Messi, appunto. 

Quante volte avremo sentito la solita frase "nel Barcellona fa la differenza e in Nazionale no"? Ormai é un mantra! Pensate quali pressioni possa subire un giocatore che si sente sulle spalle il peso di dover portare alla vittoria un paese intero. Voi direte " bé, ma con tutti i soldi che prende...". No! Questo discorso ha ben poco a che fare con il Dio denaro...la realtà é che si è grandi giocatori proprio in questo. Messi lo ha dimostrato. E lo ha dimostrato in una circostanza assai particolare: la sconfitta. Mai una frase fuori posto, mai una polemica, nessun nervosismo di troppo davanti alle telecamere nonostante le mille domande "scomode" da parte dei giornalisti. Questa é la grandezza di Leo Messi. Sarebbe quasi ovvio che un giocatore del suo calibro "impazzisca" emotivamente visti i risultati ottenuti con la sua squadra di club, con la quale vince tutto, e quelli con la sua Nazionale, dove invece non ha mai vinto niente. Invece no. Niente di tutto questo. Dove voglio arrivare, mi direte? Molto semplice. Ho capito che non é necessariamente attraverso i successi che si può qualificare un giocatore. Il calcio é uno sport di squadra in cui subentrano tanti fattori, tante situazioni e una moltitudine di episodi. Non credete ai vostri padri o a chi vi dice che Maradona vinceva le partite da solo...perché non é cosi. Facciamo un esempio molto banale: nel Barcellona plurivincitore di titoli nell'ultima decade oltre all'extraterrestre argentino sono stati determinanti i vari Dani Alves, Piqué, Sergio Busquets, Xavi, Iniesta, Pedro, Eto'o, Ronaldinho e tanti altri. Messi é, ed é stato semplicemente la ciliegina su una torta ricca di ingredienti di qualità, che qualsiasi pasticciere del mondo sarebbe stato orgoglioso di ammirare dopo un'accurata preparazione. Non ha mai vinto partite da solo. Certo, ha deciso moltissimi match come pochi nella storia del calcio hanno saputo fare, ma é il contorno che l'ha aiutato ad esprimere al meglio le proprie qualità. Un lancio di Xavi é come un dono di Dio e un passaggio filtrante di Iniesta é come una poesia, così come i gol dell'argentino racchiudono tutta la bellezza che questo sport possa mostrare. Nella sua Argentina tutto questo fatica a scoccare perché evidentemente non si é creata un'empatia tale da portare la squadra a vincere qualcosa d'importante. Oppure semplicemente siamo noi a scervellarci su questa vicenda e in realtà é stata semplicemente sfortuna. Chi lo sa. Certo non é colpa di Messi se nell'ultima Coppa America il compagno di squadra Higuain ha calciato il rigore su pianeti ancora sconosciuti e se Alexis Sanchez ha battuto con freddezza il penalty decisivo. State certi che se fosse accaduto il contrario ora molto probabilmente non mi sarei nemmeno posto il problema di scrivere questo articolo. Fortunatamente, dico allora, é andata così. Perché é destino che Messi sia il giocatore piu forte del mondo (e forse di tutti i tempi). Lo si percepisce anche da queste cose. Anche e soprattutto dalle sconfitte. Se non fosse così sarebbe un eroe mistico, un irriducibile immortale, ma volete mettere il sano piacere di rimettersi in gioco nella partita successiva e dimostrare per l'ennesima volta di essere il figlio prediletto del Dio del pallone?

di Riccardo Ponsetto


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