MEMPHIS DEPAY: TALENTO RIBELLE

Stella emergente della nazionale Oranje, talento cristallino e classico profilo da “Bad Boys” con un carattere ingestibile. Oggi vi racconteremo di Memphis Depay, una di quelle storie che vanno raccontate, che fanno capire qual è la vera essenza di questo sport. Questa è la storia del ragazzino con un infanzia difficile, che nonostante le difficoltà che la vita gli ha imposto fin dalla giovane età, è riuscito a reagire e rialzarsi, e l’ha fatto rifugiandosi dietro due calci ad un pallone in un campetto di provincia, ed ora è pronto a tirare quei “due calci ad un pallone” all’ Old Trafford, questa è la magia del calcio…

Memphis Depay nasce il 13 Febbraio 1994 a Moordrecht, paesino nella regione della Zuid-Holland con poco più di 8000 abitanti. A soli quattro anni vede la porta di casa chiudersi, non da una persona qualunque, ma da suo padre che andrà via per non tornare mai più. Possiamo dire che è cresciuto quasi senza una famiglia come punto di riferimento, quasi, perché ad occuparsi di lui ci hanno pensato quasi sempre i nonni, visto che la madre non può occuparsi adeguatamente di lui. Memphis comincia a giocare non solo per pura passione, ma per se stesso, ha voglia di dimostrare e sfogare tutta la rabbia che si porta dentro, e il calcio diventa la sua valvola di sfogo. Inizia nella squadra del suo paese, il Vv Moordrecht, ma già all’età di 9 anni è lampante il suo talento ed approda a Rotterdam, sponda Sparta. Il suo valore fin da giovane è indiscutibile, ma fuori dal campo è ingestibile. Depay è sempre stato di un’altra categoria, nell’under 14 come nell’under 18. Possedeva la tecnica ma anche il fisico, per non parlare della personalità. Giusto per farvi un’idea, ecco una sua frase: “Fino al debutto in prima squadra nel Psv, non ho mai preso in considerazione né compagni né avversari. Sapevo di essere il migliore”. Gli allenatori che si alternano non riescono a trovare un modo per gestirlo fuori dal terreno di gioco, così Wijlan Vloet pronuncia una frase eloquente: “O aspettiamo che scoppi una rissa o questo deve andarsene di qui”. E ovviamente si optò per la seconda soluzione…

Siamo nel 2006, periodo d’ oro per il PSV Eindhoven, tra vittorie e festeggiamenti un certo Phillip Cocu, vice di Hiddink, nota questo ragazzo con i capelli corti e la pelle scura. “Prendiamolo al PSV” la sua frase. Passa 5 anni a maturare nelle giovanili di Eindhoven, con la sua solita tenacia e sicurezza nei suoi mezzi. Sa di avere tecnica, passo, potenza e di certo non ha paura di azzardare più di un dribbling per liberare tutta la potenza del suo destro. Memphis vuole giocare, e l’occasione arriva il 21 Settembre del 2011, in KNVB beker (coppa d’olanda) contro il VVSB. Esordio straripante: goal ad aprire le marcature, 2 goal ed 1 assist, e vittoria del PSV per 8 a 0. L’esordio in Eredivisie arriva il 26 Febbraio 2012 contro il Feyenoord, e ad un mese di distanza, il PSV rifila un 5-1 all’Heerenveen e, guarda caso, l’ultimo marcatore è proprio Memphis: segna quando subentra a Driens Mertens nel 5-1 finale, gol semplice: arriva nell'area di rigore e guarda un certo Kevin Strootman per farsi passare la palla; Kevin lo guarda, passa, tap-in, dentro e goal. Ormai tutti i tifosi del PSV hanno un nuovo beniamino, quel giovane che dietro la schiena porta il numero 22, e mai ci sia scritto Depay… Lui si chiama Memphis, non vuole essere festeggiato col nome di chi l’ha abbandonato a soli 4 anni. Conclude la sua annata con 11 partite, 5 goal e 2 assist, entrando di diritto in pianta stabile nella rappresentativa Under-19 olandese. La stagione seguente sarà proprio Phillip Cocu l’allenatore del PSV, colui che l’ha fortemente voluto intravedendo in lui qualità di un futuro campione. Riesce a farsi valere tra i vari Mertens e Strootman, trovando il posto da titolare e totalizzando 6 goal e 3 assist in 25 partite giocate. 

La vera consacrazione arriva con la convocazione di Louis Van Gaal per il mondiale in Brasile. Memphis farà bene: due gol in otto gare; uno decisivo contro l'Australia, e uno per chiudere le marcature contro il Cile. Mondiale che sarà la rampa di lancio per una stagione da top in Eredivisie: Psv campione d’Olanda dopo sette anni, Depay capocannoniere del campionato (22 reti, il più giovane topscorer della Eredivisie dai tempi di Ronaldo) e cecchino implacabile sui calci piazzati (29 tentativi, 6 reti). Numeri da capogiro dentro, ma anche fuori dal campo: un paio di multe per eccesso di velocità e l’acquisto di un ring regolamentare per boxe piazzato al centro del suo lussuoso loft, 450 metri quadrati nel centro di Eindhoven, 4750 euro di affitto mensile, oggi in vendita per 1.6 milioni. Ma a noi interessa ciò che Memphis fa dentro il campo. Paragonato spesso a Robben, non solo per questioni di cittadinanza, ma come Arjen, gioca nella fascia opposta al suo piede per accentrarsi e lasciar partire la sassata. Ha qualità individuali davvero importanti, senza peccare di eccessivo egoismo: sa esattamente quando passare la palla e quando è meglio cercare la soluzione personale, a tutto ciò abbina un innata capacità per l’ultimo passaggio ed un buon movimento senza palla. Il marchio di fabbrica della casa è ovviamente il tiro: che tiri da fermo, in movimento o da calcio piazzato, il risultato è che manca poco a bucare la rete avversaria. Van Gaal, suo grande estimatore, ha dichiarato che: “Depay è un’ala in grado di vedere molto bene la porta”, e guarda caso si tratta proprio del profilo di cui ha bisogno il “sergente di ferro” nel suo scacchiere tattico nel Manchester United. Nei minuti di gioco in cui il Manchester United ha adottato il 4-3-3 o il 4-2-3-1, i giocatori ad occupare il ruolo di esterno sinistro offensivo hanno prodotto il misero bottino di 3 goal e 6 assist, a differenza del Chelsea che con il solo Hazard ha infilato 14 reti, l’Arsenal con Sanchez 16 e il Tottenham con Chadli 10 reti. Ed ecco che Van Gaal viene accontentato: 27,5 milioni di sterline (destinati a diventare 32 con i bonus) per il profilo perfetto nelle idee dell’allenatore olandese, nonché uno dei probabili fenomeni del panorama calcistico mondiale. Questo è Memphis Depay, il ragazzino con un’infanzia difficile che non ha deciso di sfogare la sua rabbia dietro criminalità e spaccio, ma che ha deciso di sfogarla dentro un campetto di calcio di provincia, e a presto potrà solcare uno dei palcoscenici più suggestivi del calcio mondiale, il “Theatre of Dream”, dove il sogno di un ragazzino è diventato realtà…  

di Patrik Nieddu

ECCO QUI il repertorio di memphis


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Commenti: 2
  • #1

    Riccardo (lunedì, 13 luglio 2015 00:17)

    Grande articolo!

  • #2

    Lorenzo (lunedì, 13 luglio 2015 09:41)

    Complimenti per l'articolo esauriente ed interessante!